La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Vini e vinili

Pochi stili polifonici tradizionali possono vantare radici musicali che, come quelle della Sardegna, vanno indietro nel tempo di 3000 anni. Quella sarda è l’unica delle culture musicali conosciute che utilizza contemporaneamente quattro scale armoniche creando il “canto a cappella”, più noto come canto a tenore: la cosidetta “gola che canta” dove un suono gutturale genera le armoniche multiple creando una sorta di tessuto sonoro, una specie di macramè musicale e dal risultato delizioso.
Ma nell’Isola possiamo trovare spunti musicali di alto livello anche se lasciamo il passato remoto e ci trasferiamo nel nostro presente. Attraverso sedici album, prodotti in Sardegna o ad essa comunque legati, associati a sedici vini di prestigiose cantine isolane, cercheremo di raccontare l’incontro tra i suoni e i sapori di questa terra antica, unica, capace di creare e mescolare vari generi: dal folklore al jazz, dal rock all’hip-hop senza dimenticare un cantautorato di assoluto valore come Fabrizio De André. Tra uve nere e bianche, il nostro viaggio includerà “passeggeri” di lusso, quali i Tenores di Bitti, Paolo Fresu, Piero Marras, Roundella, Rossella Faa, Tazenda, Mucca Macca, Elena Ledda fino all’avanguardia d’autore di Marcello Murru passando per la new wave rock dei Kenze Neke.
Un importante critico come Antonio Gaudino propone ai lettori di Sardina Post Magazine una sintesi – ovviamente soggettiva, ma fondata su criteri rigorosi – di alcune tra le migliori produzioni musicali isolane accostandole ad altrettante eccellenze delle cantine sarde. «Ho cercato di riassumere quanto di meglio espresso da quest’Isola dalle tante verità. Una terra discreta quanto bella, aspra e a volte ostica e difficile, ma sempre accogliente. La Sardegna in fermento che si rivolge al futuro senza mai dimenticare le sue origini».

 

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