La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Un covo di scrittori

Il parroco, il vigile, il dottore, il pescatore, il carpentiere, la parrucchiera, l’antropologo, l’educatrice, l’impiegata comunale, il meccanico, il netturbino, la giornalista, l’insegnante e il pompiere in pensione: scrivono tutti a Carloforte. E molti di loro vincono concorsi dopo che pagano di tasca le spese di pubblicazione o si affidano a piccoli editori. L’isola – e sarà per il suo essere un territorio di confine e di sogno – ha sempre ispirato la narrazione. Quella di San Pietro (un tempo ‘isola dei falchi’) è protagonista di ogni tipo di racconto, da Le pantere di Algeri di Emilio Salgari al resoconto dei viaggi di Ernst Jünger, in versione entomologo, del 1957, dall’episodio piccante in L’amore a Londra e in altri luoghi di Flavio Soriga al più recente Colpo di mare della brasiliana Christiana de Caldas Brito. Non solo romanzi. Carloforte (eletto tra i borghi più belli d’Italia) e l’epopea dei suoi abitanti, partiti da Pegli nel Medioevo, finiti a pescare coralli sull’isola di Tabarka, in Tunisia, poi approdati sull’Accipitrum Insula nel 1738. Una storia che ha ispirato decine di volumi in cui vengono decantate le architetture, le gesta, la marineria e la lingua tabarkine. Ma da qualche tempo questa comunità così ricca di radici multietniche ha prodotto anche un terreno fertile per la lettura e la scrittura tout court. Un humus favorito da Internet, dai ritmi levantini della vita sullo scoglio e dagli scambi culturali di chi va e viene in questo porto di mare affacciato a sud ovest del Mediterraneo.

di Susanna Lavazza

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