La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

I racconti di Castangia al caffè di doña Rosa

Molti anni dopo, davanti alle pagine di un romanzo spagnolo, mi sarei ricordato di quei lunghi dopocena invernali in cui i clienti più anziani del bar ci raccontavano la loro gioventù, e ci parlavano di loro e dei nostri nonni, e dei nostri bisnonni. Mi sarebbero apparsi come in un sogno, tra i tavolini del caffè di doña Rosa descritti nel romanzo, quei vecchi che ricordavano un mondo nel quale tutto è un po’ per volta venuto meno, senza che nessuno fosse riuscito a spiegarselo, forse per delle inezie insignificanti.
Era un’epoca remota, erano i primi anni novanta del secolo scorso. Noi avevamo vent’anni, vivevamo la nostra fase di alta specializzazione. Preso il diploma, facevamo finta di studiare, o di cercare lavoro. Facevamo finta di fare. Avevamo tempo. Ascoltavamo volentieri, in quei lunghi dopocena invernali, i più anziani che raccontavano.
Era un’epoca così remota, quella, che soprattutto tra gli anziani era diffusa la convinzione che esistessero i ricchi e i poveri, e che i ricchi mangiassero meglio dei poveri. O che mangiassero più dei poveri. Che i ricchi mangiassero, e i poveri a volte, forse, chissà.

Il racconto completo di Bachisio Bachis nel numero in edicola

 

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Foto di Bachisio Bachis

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