La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Oggi coltellinai, ieri sciamani

Vivo nel cuore del parco geominerario della Sardegna, tra Guspini e Arbus, in quella che fu la miniera più grande d’Europa di argento e piombo. Questo territorio vanta un particolarissimo primato europeo: quello con la più alta densità di uomini fabbri-coltellinai (hobbisti) che si tramandano il sapere di padre in figlio.

Il fabbro e l’alchimista abbisognano del fuoco. Ogni coltello, ogni spada, nasceva da un crogiolo pieno di metallo incandescente, e la trasformazione dei metalli è stata sempre percepita come una pratica misteriosa, ove entrano in gioco forze ancestrali e antichi segreti. Il fabbro, costruttore di coltelli, è il maestro della trasformazione dei metalli.

Lo storico delle religioni Mircea Eliade si è soffermato in modo consistente sulla figura del fabbro, considerato mago per la sua capacità di concentrare le potenze della natura nel ferro delle spade. Nelle culture antiche, ad ogni latitudine del pianeta, era omologo a uno sciamano; nelle lingue semitiche, la radice qyn genera sia la parola “cantore” che “fabbro”. Cantare con il metallo, estrarne l’anima sonora e allo stesso tempo comprendere il linguaggio degli uccelli selvatici, captarne i suoni ricchi di armonici (gli stessi che produce una buona lama), cantare con loro, chiamarli a sé, mantenere l’ambiente naturale accogliente per la loro riproduzione, significava per il fabbro aver ricevuto una sapienza iniziatica, la “divinazione”.

Infatti, spesso la fucina del fabbro era situata in un luogo riccamente popolato da uccelli selvatici che si nutrivano di semi mescolati alla limatura disseminata sul terreno, o alla terra di miniera particolarmente ricca di ferro. Il fabbro, poi, raccoglieva gli escrementi dei volatili, li passava nel forno in modo da liberare il ferro da ogni scoria, e con il metallo così ottenuto forgiava spade e coltelli dalle straordinarie prestazioni. Le lame migliori erano riconoscibili dal suono ricco di armonici, caratteristico del canto degli uccelli, del verso dei mammiferi maschi nel periodo degli amori.

Oggi sappiamo che il guano degli uccelli selvatici e dei pipistrelli contiene le migliori quantità di carbonio e ammoniaca, cioè importanti ed efficaci agenti di cementazione dell’acciaio, un tempo utili a forgiare ottime lame. Pensateci quando arrivate in questo territorio e guardate il cielo e gli alberi tra varietà di uccelli e le colonie di pipistrelli che ancora lo abitano.

Daniela Ducato