La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

L’Isola dei maestri orafi

Fili d’argento e d’oro intrecciati, sottili come capelli, arrotolati a spirale, modellati manualmente e uniti da impercettibili saldature. Oggetti metallici, ma leggeri come piume. Bottoni, spille, bracciali, orecchini, ciondoli, catene e pendagli dalle forme più varie creati da artigiani che perpetuano tecniche di lavorazione antichissime. C’è questo e tanto altro nella filigrana sarda, un’arte che si tramanda di generazione in generazione e si impara solo con la pratica, cioè lavorando in bottega. Siamo entrati in alcuni tra i più qualificati di questi laboratori per vedere con i nostri occhi i maestri all’opera. E abbiamo anche parlato con chi li ha studiati e continua ad analizzarli e a seguirne l’evoluzione. Come Maria Laura Ferru, consulente scientifico e perito tecnico del Tribunale di Cagliari in Argenteria antica europea e Nord Americana che, insieme a Marco Marini, ha scritto il saggio Filo Sardo – La filigrana in Sardegna dal Rinascimento a oggi. Anche con il suo aiuto abbiamo elaborato una selezione di dieci filigranisti che, nell’insieme, dà un’idea di come, seguendo in modo rigoroso le tecniche tradizionali, si possano raggiungere approdi diversi. Perché il rebus che tutti i migliori artigiani artistici contemporanei devono risolvere – coniugare il rispetto della tradizione con l’innovazione e l’evolversi dei gusti – dà luogo a un’infinità di soluzioni, tutte meravigliosamente “giuste”.
I dieci nomi (molti dei quali compaiono anche nella selezione fatta dalla Regione per il portale “Sardegna Artigianato), sia chiaro, non rappresentano la totalità delle eccellenze. Ma forniscono un quadro d’insieme di questo mondo e rappresentano il recente passato ancora dinamico, il presente creativo e il futuro innovativo della filigrana sarda. «Raccontarne la storia, non è semplice, come non è assolutamente facile datare il momento preciso della nascita di quest’arte» spiega Maria Laura Ferru.

 

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