La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

L’eredità del Professore

«In politica è cambiata la stagione, anche anagraficamente: una nuova classe dirigente ha maturato l’esperienza per governare la Sardegna e Massimo Zedda è il candidato giusto, il migliore interprete possibile di questo nuovo tempo». Francesco Pigliaru lo dice dal suo ufficio di Villa Devoto, «una casa per cinque anni». L’occasione è buona per un bilancio di legislatura cominciando dalla decisione del Professore di non ricandidarsi per un secondo mandato. «Io – dice – ho rappresentato la stagione in cui il centrosinistra ha puntato su una proposta fortemente riformista, in una prospettiva che si può definire liberal, iniziata con Clinton e Blair e in Italia interpretata con energia da Renzi. Quella proposta – osserva Pigliaru – ha registrato successi anche importanti, ma va profondamente rinnovata. Ci vorrà tempo, ma intanto è giusto lasciare spazio a chi ha formule diverse, più adatte a fronteggiare ora il pericolo dei populismi di destra. Noi abbiamo fatto tanto, possiamo essere orgogliosi. Certo, non sono mancati gli errori: forse, più di tutto, l’aver sottovalutato lo shock della globalizzazione. La percezione che i cittadini hanno delle città in cui vivono. L’impatto immediato».