La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Le magiche virtù dell’erba dei Puffi

Cresce vigorosa, si adatta al clima, non soffre la siccità e potrebbe avere un ruolo fondamentale per il nostro pianeta sempre più avvelenato dall’inquinamento. La salsapariglia, in sardo urzula, coi suoi folti arbusti, avvolge molti dei nostri paesi sardi, in particolare quelli dove vi è presenza di lecci e sugheri. La Sardegna è la regione dove ne cresce di più, talmente abbondante da essere considerata, in alcuni luoghi, pianta infestante, eccedente, da eliminare. Il mondo dei puffi era un mondo ad alta concentrazione di salsapariglia. La salsapariglia, infatti, era, ed è, l’originale e unico alimento dei puffi. Nel mondo “puffoso” viene infatti usata nell’alimentazione, nella medicina, per far strumenti musicali con il suo legno, per ritrovare l’amicizia, per combattere i nemici e per non far sbiadire e, quindi, per mantenere forte e resistente il loro caratteristico colore celeste, il colore della virilità e dei principi azzurri. Negli Stati Uniti le pillole alla salsapariglia sono vendute per combattere la caduta dei capelli e come viagra naturale.

Nel Cinquecento era la pianta per la quale gli uomini, nel mercato delle spezie, litigavano, in quanto veniva prescritta per la cura della sifilide e per aumentare la resistenza erettile. La salsapariglia viene usata in fitoterapia come parte del trattamento del reumatismo cronico, dei problemi cutanei, reumatici e gottosi, nella psoriasi ed eccellente depurativo del corpo. Meno considerata, e forse ancora poco conosciuta, la straordinaria capacità fitodepurativa del suolo: consente la rimozione dei metalli da suoli contaminati.

Il potere della salsapariglia di decontaminare il suolo dai metalli (soprattutto in zone minerarie) è tra i più elevati al mondo, disinquina il terreno senza assorbimento dei veleni sulla pianta, evitando così il rischio di trasferimento dei metalli pesanti nella catena alimentare degli erbivori o dei volatili. Cura l’ambiente, lo disintossica e, contemporaneamente, è cibo selvatico prezioso per gli animali. Non è un caso che, in molti paesi della Sardegna, per le fondamenta degli edifici si sceglievano luoghi ricchi e quindi “depurati” dalla salsapariglia.

Se avete sognato almeno una volta di trovarvi ospiti del villaggio dei puffi e di usare l’effetto prodigioso della pozione di salsapariglia per conquistare una puffetta o per sconfiggere l’antipatico Gargamella di turno, potete andare, ad esempio, in Barbagia.

Ad Urzulei, un paese letteralmente avvinghiato dalla salsapariglia e da cui prende il nome urzula, potete fare una puffosa immersione di salsapariglia e degustare i giovani germogli che ricordano il sapore dell’asparago selvatico. Attenzione, invece, alle bacche: sono tossiche ma lievemente profumate e bellissime da guardare nell’oscurità; quando sono rischiarate dalla Luna appaiono luminose come perle di un microcielo stellato.