La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

La vostra Isola ostinata e contraria

Recentemente mi è capitato di scrivere, insieme a quattro autori teatrali (Magdalena Barile, Nicola Borghesi, Marco Martinelli e Fabrice Melquiot), uno spettacolo teatrale chiamato Ballo letterario, da recitare la sera in cui l’abbiamo scritto. Alla fine è saltato fuori un testo che era una specie di elogio dell’inutilità: «E avevamo dormito così, sul prato, per terra, senza pigiama, era stranissimo, e al mattino ci eravamo svegliati, senza lavarci i denti, senza farci la barba, senza pettinarci, senza cambiarci, senza connessione, senza rispondere al telefono, che Marco ci aveva chiamato tante volte, che voleva forse sapere come andava il lavoro, e noi, non avevamo risposto, ma se avessimo risposto avremmo detto “Il lavoro va benissimo, non abbiam fatto niente”. E questa cosa qua, dovete fare un lavoro e non avete fatto niente, questa cosa, logicamente, vi fa stare male, invece noi, oh, stavamo benissimo.

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