La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

La gemella orientale

“A Okinawa anche la luce del sole, scintillante e pervasiva, ricorda la Sardegna”. Un’analogia che sorprende. Eppure i suoi autori – i registi bolognesi (ma lui è sardo di padre) Giulio Giunti e Giorgia Boldrini – la trovano così convincente da aver dedicato un documentario a questo gemellaggio ideale. E non hanno difficoltà a snocciolare, una dopo l’altra, le somiglianze tra le due isole: l’essere Okinawa – teatro di una delle più celebri battaglia della Seconda Guerra Mondiale – e la Sardegna entrambe in una posizione geograficamente defilata rispetto allo Stato centrale; l’avere un numero di abitanti quasi uguale (rispettivamente 1,4 e 1,6 milioni); l’avere entrambe una lingua propria, diversa dalla lingua nazionale; l’appartenere, per l’alta presenza di ultracentenari, al ristretto club mondiale delle blue zones. Alla lista va poi aggiunta la presenza militare. Dopo la vittoria nella celebre battaglia che si combatté tra l’aprile e il giugno del 1945, gli americani sono rimasti in forze nell’arcipelago. Ma la loro presenza non è gradita alla popolazione, che chiede la dismissione delle basi militari, esattamente come accade in Sardegna a Quirra, Capo Frasca e Teulada. E non è finita. A questa lista manca infatti l’analogia originaria, quella che è alla base della scoperta e del progetto del documentario che si intitolerà: Isole gemelle – Dalla Sardegna a Okinawa sul filo della tessitura.

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