La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

La fatica del lavoro a picco sul mare

C’è un luogo nel Medio Campidano che improvvisamente interrompe la noiosa monotonia della pianura antropizzata. Montevecchio, circondato dalle montagne dell’Arburese, nella Sardegna sud-occidentale, è quel borgo silenzioso dove la natura si sta riprendendo gli spazi, un tempo teatro di operosità mineraria. Bastano pochi chilometri di tornanti a salire, per passare da Guspini al compendio (comprende anche la miniera di Ingurtosu) che, sino a cinquant’anni fa, fu una delle realtà industriali italiane più importanti: le miniere di piombo, zinco e galena argentifera più produttive d’Europa. Ciò che è rimasto, tra boschi, colline che degradano verso il mare e pregevoli strutture architettoniche industriali, rappresenta un’affascinante testimonianza del duro lavoro di migliaia di operai. Qui il tempo sembra essersi fermato.

Diversi cantieri minerari sono stati restaurati e mantenuti in normale stato di agibilità per finalità didattiche e turistiche ma la stragrande maggioranza delle strutture giace in stato di abbandono. Fattore negativo che però va ad accrescere il fascino misterioso del luogo. Pozzi, gallerie, laverie, cumuli di materiale sterile immersi nel verde della macchia mediterranea, delle querce, dei lecci, delle roverelle e dei pini secolari (oasi di innumerevoli specie botaniche e regno del cervo sardo), evocano un passato fatto di storia lavorativa fondamentale per la cultura sarda.
Un mondo economico e sociale unico che fece di Montevecchio una realtà all’avanguardia tra la fine dell’Ottocento e gli ultimi decenni del Novecento. Oltre alle strutture di archeologia industriale, nel borgo è possibile ammirare quelli che erano gli edifici funzionali all’attività estrattiva: la Palazzina della Direzione, l’ex Ufficio Geologico con la sua ricca esposizione di minerali, le abitazioni dei dipendenti, l’ospedale, gli alberghi, il complesso della Foresteria in stile liberty e le scuole.

Non solo miniere e boschi: oltre alla natura e all’archeologia industriale, Montevecchio si trova a due passi dal mare della Costa Verde, con lunghe spiagge circondate da dune e macchia mediterranea nella cornice dei monti dominati dalla mole del vulcano spento Arcuentu.

Federico Fonnesu


Come arrivare:

Da Cagliari percorrere la S.S.131, dopo 44 km, all’altezza di Sanluri, imboccare la S.S. 197 che porta sino a Guspini. Da qui si procede in direzione San Nicolò d’Arcidano poi occorre svoltare a sinistra, di fronte al parco, all’altezza de Sa Boccia, dove un cippo in granito ricorda la costruzione della strada Guspini-Montevecchio avvenuta nel 1867. Lungo la Strada Provinciale 418, dopo pochi chilometri, la strada comincia gradatamente a salire, e si arriva a Montevecchio.

Dove alloggiare:

La Miniera Fiorita (otto camere confortevoli e piscina, +39 347 1740011 e +39 070 973167). L’albergo rurale è immerso nel verde e si trova a due passi dal borgo.

Cosa comprare:

Coltelli artigianali, prodotti enogastronomici e cestini.