La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Il tesoro di Ichnusa

Un sogno e una frase sibillina: “Smuovi la terra e troverai un tesoro”. Comincia così, come racconta il protagonista, la sana ossessione di Alessandro Zecchino per l’imprenditore Amsicora Capra, deus ex machina della Vinalcool di Cagliari e padre putativo della birra Ichnusa: una visione onirica che lo sorprende nel sonno nell’agosto del 2013. Al risveglio, il ricordo ancora nitido di una mano che lo trascina verso il cielo e gli indica un’antica casa di Monastir, il paese del Cagliaritano dove vive e lavora. Lo stile architettonico è quello campidanese, tipico della zona: il portale in legno, gli ambienti che cingono la corte centrale, la cantina con tre enormi botti e nel terreno attiguo qualche mucca al pascolo. Una sorta di “zoom” e intravede una scritta in una cassa antica: Ichnusa. E quella voce che favoleggia di tesori nascosti. Sulle prime Zecchino, allora trentacinquenne, non riesce a darsi un’interpretazione convincente: gioca i numeri al Lotto e acquista qualche “Gratta e Vinci”. Senza successo. Poi, la folgorazione: mentre passeggia per le vie del paese, nota un portale in legno simile a quello visto nel sogno. Contatta la persona che ha le chiavi della casa, gli chiede di poter entrare a dare un’occhiata. «Ma è tutto abbandonato da tempo, lascia perdere». Zecchino non demorde e dice di voler solo vedere le tre botti della cantina. E chiede se in quella casa, in un tempo lontano, ci fosse un piccolo allevamento di mucche. Quello sbianca: «E tu come lo sai?». Sbigottito, l’uomo prende le chiavi e inizia uno strano sopralluogo.

Foto di Francesco Nonnoi

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