La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Il tedesco di Neoneli

Dietrich Orrù ha diciotto anni: ma ne dimostra meno. È piccolo di statura. Sardo di padre. Tedesco di madre. Capelli scuri, ispidi. Occhi come quelli dei lupi: azzurri e trasparenti. Ha il corpo di un adolescente in ritardo e lo sguardo di un uomo già vecchio. Ha anche la malinconia di un reduce di guerra: la sua. Che non è stata ancora vinta. Dietrich Orrù l’italiano lo parla benino. Ma il sardo nemmeno immagina cosa sia. La Sardegna se la figurava diversa, estiva e piena di spiagge. Invece a Neoneli il mare non c’è. Ma in compenso ci sono il verde e le montagne. Dietrich Orrù è il nipote di Tziu Concamanna Orrù. Suo padre e sua madre sono sempre stati schiavi dei loro ristoranti e dell’avidità. A quei ristoranti – e non a lui – hanno dedicato tutte le loro forze e il loro amore. A quei ristoranti – e non a lui – hanno rivolto le loro attenzioni. In quei ristoranti – e non in lui – hanno riposto i loro sogni. Dietrich Orrù non ha fratelli: né ha sorelle. A dire il vero, neanche lui sarebbe dovuto nascere: ma sua madre, una volta, ha dimenticato di prendere la pillola. Un giorno, mentre litigavano, questo fatto glielo ha pure rinfacciato. È stata brutale: “Maledetto il giorno in cui ho dimenticato di prendere la pillola: perché poi sei nato tu”. Ha detto proprio così: lo ha fatto in tedesco. E in tedesco fa tutto più paura. Figuriamoci una frase del genere!

di Nicola Lecca

Scritto da