La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Il potere sonoro del cervo sardo

Gi armonici sono onde sonore che si diramano nello spazio intorno al suono fondamentale, come i cerchi che si formano quando un sasso viene gettato in acqua. La frequenza del suono viene moltiplicato creando altri suoni, l’uno dentro l’altro. La successione in cui si dispongono queste onde sonore viene chiamata successione armonica. Spesso nel mondo selvatico, soprattutto tra i mammiferi, l’animale che ha il potere della voce viene considerato dal branco il miglior detentore della fertilità. Se si analizza lo spettro sonoro del bramito di cervo maschio (sardo-corso) nel periodo dell’accoppiamento, si ottiene la stessa quantità di armonici di 16 strumenti ad arco sommati insieme (violini, viole, violoncelli e contrabbassi).

Un cervo produce la stessa potenza armonica di un’orchestra d’archi o di launeddas o cornamuse. Nei mesi di settembre ottobre, propizi all’accoppiamento, nei boschi del Sulcis, Arburese, Sarrabus e Ogliastra, la notte sarda è ad altissima densità di bramiti di cervi maschi. Si possono sentire veri e propri concerti, ricchissimi di armonici, necessari all’accoppiamento. Mentre bramisce il cervo sbuffa, soffia, raspa il terreno, sfrega le corna contro arbusti e piccoli alberi. I suoni armonici energici, robusti fanno il loro ingresso in musicoterapia e in Sardegna nel team-building per il management, in cui la sala riunioni è il bosco e i manager vanno a lezione dai cervi sardi. Il potere sonoro degli armonici di questi bramiti riesce ad aiutare il riequilibrio delle funzioni degli emisferi cerebrali migliorando la motivazione, l’intuizione creativa e superando lo stress. L’ascolto notturno del canto dei cervo sardo in amore ci regala gli stessi suoni vocalici armonici, detti anche ipertoni, usati da sempre, più o meno consapevolmente, nei riti e nelle diverse religioni come una sorta di medicina sonora per trasformare e riportare armonia.

Daniela Ducato