La Sardegna di oggi per la Memoria di domani

Maria Lai, la “piccola fata di Ulassai”, di fiabesco in realtà aveva poco o nulla. Non il gesto: potente ed essenziale. Non il carattere: testardo, ironico, a tratti, prepotente. Piccola di statura, minuta nel fisico, ma dotata di una volontà di ferro, l’artista che “scolpiva il tempo” e coi fili “legava i paesi alle montagne”, dopo aver incantato nel 2017 la platea della rassegna d’arte Documenta a Kassel ed Atene e quella della Biennale di Venezia, varca l’Oceano e sbarca per la prima volta negli Stati Uniti. A volerla protagonista di ben due mostre è Marianne Boesky, gallerista di fama internazionale, che il 23 febbraio scorso ha aperto alle opere di Maria Lai le porte della Boesky West di Aspen, in Colorado, allestendo “Invito a tavola” esposizione in cui si possono ammirare i suoi primi disegni a matita e l’importante installazione di fine carriera che dà anche il titolo alla mostra. La scelta di inaugurare la prima delle due esposizioni americane in Colorado è il frutto della profonda conoscenza che Marianne Boesky ha dei luoghi cari a Maria Lai e del tentativo di ritrovarli in un altro continente.

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