La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Il mirto è il tenore, la quercia il baritono

I filosofi dell’antica Grecia dicevano che le piante cantano le loro melodie, e avevano ragione. Oggi la tecnologia ci viene in aiuto per svelarci la magia sonora degli alberi. Applicando dei sensori sulle foglie o sulla corteccia, e con speciali apparecchiature che convertono i movimenti linfatici foglia-radice in segnali sonori e note musicali, otteniamo delle straordinarie melodie, veri e propri concerti per alberi.

Analizzando tecnicamente la musica arborea tramite lo spettrogramma sonoro, è interessante notare che gli alberi usano una scala musicale arcaica, definita dai greci armonia dorica del settimo modo; essa è caratterizzata da una successione di quattro suoni discendenti formati da un intervallo di terza maggiore e due micro-intervalli di un quarto di tono. Di essa Aristotele scriveva: “Quanto all’armonia dorica, tutti sono d’accordo nel riconoscere che essa è la più grave e la più adatta a formare un carattere virile”.

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