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Ikea si fa sarda (anzi, Sardiska)

A un primo sguardo il tavolo sembra esattamente quello che è: un mobile in legno pulito e minimale appena uscito da un qualsiasi store internazionale di Ikea, il colosso svedese dell’arredamento a basso costo. Poi cominci a notare alcuni dettagli sorprendenti. Sul bordo del piano o sulle gambe sono incise delle texture che richiamano l’artigianato artistico sardo. Si tratta, infatti, di tavoli Ikea “sardizzati”. «È un progetto di hackeraggio dei mobili dell’azienda svedese», spiegano all’Istituto europeo di design di Cagliari, dove è nata l’idea. Ovvero: un’azienda simbolo del mercato globale, che lavora con standard estetici e produttivi estremamente codificati, attinge dai segni di una cultura locale, modificando – personalizzando – proprio ciò che è venduto identico in tutto il mondo. Il progetto si chiama Sardiska (“sardo” in svedese) ed è nato poco tempo dopo l’inaugurazione del Pick Up & Order Point di Ikea a Cagliari. La conferenza stampa di presentazione dello store fu ospitata a Villa Satta, sede cagliaritana dello Ied, e fu proprio in quell’occasione che iniziarono dei ragionamenti sulla possibilità di combinare qualcosa insieme. «Una grossa percentuale di compratori sardi dei prodotti Ikea – spiega Annalisa Cocco, coordinatrice del corso di Product design allo Ied di Cagliari – è data da persone che hanno strutture turistiche, come b&b e alberghi, oppure ristoranti. Nei nostri ragionamenti siamo partiti da questo dato e dalla volontà di Ikea di inserirsi nei territori in maniera meno standardizzata».

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