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Giuseppe Manno, lo storico di corte

Barone non c’era nato, lo era diventato come premio per aver svolto con garbo e fedeltà l’incarico di precettore di storia dei duchi di Savoia e Genova. Giuseppe Manno, che era nato ad Alghero nel 1786, a Torino c’era arrivato poco più che trentenne al seguito di Carlo Felice, dal cui discutibile charme era stato conquistato facendogli da segretario privato. Prima di allora era stato avvocato fiscale presso la Reale Udienza nella città in cui aveva studiato, Cagliari. Nel 1816, la corte sabauda, caduto l’impero napoleonico, lasciava definitivamente Cagliari. Con la corte, Carlo Felice, e con Carlo Felice, Giuseppe Manno. Dopo aver soggiornato al seguito del principe in diverse città italiane, nel giugno 1817 giungeva a Torino. Qui sarebbe rimasto, salvo alcune parentesi, nei cinquant’anni successivi, attraversando le tappe di una carriera in cui l’ascesa ai più alti gradi della magistratura si accompagnò a incarichi direttamente politici tra cui, a partire dal 1849 e sino al 1864, la presidenza del Senato (prima quello piemontese, poi quello italiano). Fu nel complesso una carriera brillante, anche se non mancarono i momenti difficili. Come quando nel 1845 venne all’improvviso allontanato dal consiglio di Sardegna e trasferito a Nizza a presiedere il Senato locale; o quando negli ultimi anni, fu messo d’autorità a riposo e dovette abbandonare la presidenza della Corte di cassazione.

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