La Sardegna di oggi per la Memoria di domani

“I bambini giocano nel fieno, partecipano alla mungitura. Quelli più piccoli entrano nel pollaio, trovano le uova, le prendono e le portano a casa.” Questo è marketing e turismo esperienziale. Sappiamo raccontarci ai turisti? E se fossimo proprio noi sardi a non conoscere le nostre realtà? Sono le domande che si è posto Gianluca Floris, imprenditore cagliaritano titolare di Formaggi Biologici Floris.

Il turismo esperienziale consiste nell’offrire la possibilità di vivere in prima persona la realtà di un territorio con i soggetti che ne fanno parte. Per le aziende, il marketing di tipo esperienziale è quello che probabilmente si associa meglio allo storytelling.

I clienti, o futuri tali, vengono messi in contatto diretto con la realtà nella quale vengono realizzati i prodotti e gli si propongono esperienze coinvolgenti.

Per Gianluca raccontare e raccontarsi è una passione che va oltre il lavoro. Produce principalmente formaggio biologico a Siliqua, paese di circa 4000 abitanti nella provincia di Cagliari.

La sua non è un’azienda di produzione come le altre, è una fattoria didattica accreditata dalla Regione Sardegna.

Riceve i turisti, i bambini dalle scuole e gli insegnanti. Il programma va dalla mungitura alla produzione della ricotta. Non manca la simpatia e lo stupore per un lavoro che visto così da vicino risulta essere molto interessante.

La produzione del formaggio, racconta, richiede un processo molto veloce, però molti di noi oggi non lo conoscono più. Per i bambini è una sorta di miracolo, per i grandi è una riscoperta avvincente.

Le persone immaginano di trovare tutto perfetto, niente puzza, niente fango. L’immaginario è sempre diverso dalla realtà. A volte però quest’ultima è meglio, sorprende e viene apprezzata. Gianluca mi propone diverse foto, una dove i bambini giocano nel fienile, un’altra dove alcune insegnanti chiedono informazioni. Ho la fortuna di parlare anche con dei turisti in visita da lui, affascinati da questo mondo che in Sardegna viene ancora poco raccontato. Prima di andare via ne approfittano per fare una bella scorta di formaggi di diverse qualità.

“Mi piace l’idea di fare un formaggio con il latte munto personalmente dagli animali che hanno mangiato quello che io stesso ho coltivato. Questo rientra anche nell’ottica della multifunzionalità. Poterlo raccontare mi rende orgoglioso e vedere le reazioni delle persone che vengono a trovarmi mi rende felice”.

Chi produce latte o fa agricoltura in genere non ha questo tipo di contatto con il cliente. Per quanto riguarda il biologico, il discorso è meno semplice di quel che si possa pensare. Le normative europee sono severe e non sempre adeguate al contesto territoriale sardo, la crescita è lenta e la produzione è poca.

Seguendo metodi naturali però si possono abbattere i costi dei concimi, che quindi non gravano sul consumatore. Il risultato consiste in pochi prodotti ma di ottima qualità. Si può raggiungere l’azienda a Siliqua, Strada Statale 293 di Giba, CA, oppure sul sito www.formaggiosardo.it e su Facebook.

Non siamo gli unici a fare il latte, ma siamo gli unici ad avere la Sardegna. Possiamo dare la possibilità di vivere le nostre realtà e questo può fare la differenza. Dobbiamo cercare di dare questo noi sardi, regalare esperienze.

Roberto Alfredo Atzori