La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Anatomia di una bulla

Uno sterrato non troppo distante da un istituto scolastico, una ragazzina attende nervosamente una compagna per un chiarimento. È circondata da decine di altri coetanei, impazienti di assistere allo “spettacolo”. La vittima arriva e viene aggredita verbalmente e fisicamente, senza che nessuno intervenga per difenderla, e dopo aver chiesto scusa si allontana derisa da tutti. È la sequenza, filmata con un telefonino e poi pubblicata su Facebook, che congela l’episodio di bullismo avvenuto a Muravera il 15 ottobre scorso. Un filmato, diventato virale nel giro di 24 ore con oltre 4 milioni di visualizzazioni, poi rimosso su ordine della magistratura, che ha fatto arrivare in Sardegna una task force di esperti per assistere le persone coinvolte, frenare e, forse, anche comprendere la genesi di quell’episodio, l’ultimo di una lunga lista di casi di bullismo avvenuti nell’Isola. È proprio sulla comprensione del fenomeno che si concentra il nostro focus.

C’è chi quel video virale lo ha “sezionato” e passato al microscopio, utilizzandolo a scopi formativi per docenti e operatori. È Gianfranco Oppo, al lavoro per la cooperativa sociale Lariso che si occupa di servizi socio educativi, ricercatore specializzato nella formazione e componente come consulente scientifico dell’osservatorio provinciale contro il bullismo di Nuoro.

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